Tifosi allo stadio col tunnel antivirus? La Premier ipotizza uno scanner per «sanificare» i fan: ok per il 1° agosto?
Allo stadio come all’aeroporto: per sterilizzare gli spettatori e consentire agli stadi di riaprire le porte al pubblico, la Premier sta studiando l’opportunità di collocare decine di scanner agli ingressi degli impianti con il dispositivo di sanificazione.
Le «gabbie» sono dotate di un cuscinetto a pressione sul pavimento e di un sistema che attiva «getti» di disinfettante – acido ipocloroso – in grado di eliminare il Covid-19 in pochi
secondi.
Questo processo di igienizzazione, unito all’uso rigoroso delle maschere, potrebbe ridurre ai minimi termini la diffusione del virus.
Il sistema scanner è già in funzione in un’azienda di West Bromwich nella quale si producono componenti per auto.
Gli ostacoli principali per l’installazione negli stadi sono costi e numeri. Non solo: in una
nazione che ha gestito male la pandemia e dove ancora oggi nella maggior parte degli aeroporti non viene rilevata la temperatura corporea, l’adozione di questa tecnologia sembra un paradosso.
C’è poi il problema dei costi, ma qui potrebbe intervenire la Premier, che ha già sostenuto le spese dei tamponi in questa fase di allenamenti, spendendo oltre 4 milioni di euro.
Il progetto scanner potrebbe accelerare i tempi per il ritorno dei tifosi negli stadi: l’idea è quella di aprire Wembley il 1° agosto, in occasione della finale di FA Cup.
Il 17 giugno ripartirà intanto il campionato ed è stato definito il prontuario di sicurezza. I giocatori avranno passaporti elettronici, in cui sarà notificata la cronologia dei test sostenuti: chi ne sarà sprovvisto, non potrà entrare negli stadi.
Vietati strette di mano, abbracci, sputi, «sfrizionamento» del naso. Le bottigliette dell’acqua avranno l’etichetta con il nome di ciascun calciatore.
Un decalogo estremamente rigoroso, ma nonostante tutto, l’ultimo sondaggio commissionato in Inghilterra sul ritorno del football ha dato esiti divisivi: il 48% degli intervistati sostiene che la ripartenza arrivi troppo presto in una nazione dove, ancora ieri, sono stati registrati 202 decessi.